IL sondaggio sull'unità della sinistra proposto 10 giorni fa ha dato il seguente risultato:
50% molto favorevoli
38% abbastanza favorevoli
12% poco favorevoli
Prevedevo un risultato del genere, ma confesso che mi aspettavo una partecipazione più numerosa.
Così non è stato, forse il tema non è interessante come pensavo al momento in cui l'ho proposto, forse la partecipazione non è una cosa facile da ottenere anche quando non costa niente.
Le visite al blog (aperto da un mese o poco più) sono superiori alle mie aspettative iniziali, la partecipazione (anche come commenti) di chi è interessato alle vicende politiche lo è un po' meno.
Io penso che non dobbiamo aver paura di dire anche qualche sciocchezza, un commento appropriato può farci analizzare un problema da punti di vista che magari non avevamo calcolato, differenti vedute su un argomento migliorano tutti noi.
Lo scopo del blog è questo, forza signori!
1 commento:
Stai tranquillo che chiunque sarebbe favorevole alla sinistra unita (visto che "divisi cadiamo"...)
Il fatto è che finché non saranno costretti, costretti dai numeri, costretti dallo sbarramento, questi qua non metteranno mai da parte le loro "scaramucce".
Tra l'altro, il trotzkista Marco Ferrando qualche giorno fa ha fondato il suo bel Partito Comunista personale: bel logo, con una bella falce e martello grossa e rossa (come piace a Rizzo) e bel nome, "Partito Comunista dei Lavoratori". Ah, ci mancava!
Il problema grosso è che a sinistra, non è il personalismo che fa spaccare, ma il presunto "tradimento dei valori" da parte delle dirigenze, che spinge i "duri e puri" a fare la secessione.
C'è da anni, in Italia, un tentativo da parte delle destre di far diventare insulto la parola "comunista" (e purtroppo con molti giovani ci sono riusciti...)
Quindi, davanti a tale tentativo, le reazioni sono due:
a) perdere tempo a spiegare i lati positivi del comunismo a chiunque (rinunciando qualche volta anche all'autocritica, pur di non perdere la propria identità): questi sono i "duri e puri";
b)cominciare coi distinguo: "sono post-comunista, social-democratico, euro-comunista, democratico di sinistra, neo-comunista, verde, pacifista, new-global ecc... l'importante è non usare la parola 'comunismo', per carità..."
Personalmente, penso che sbaglia chi si coccola ancora sotto le ali della chioccia comunista, ignorando, o fingendo di ignorare i suoi difetti intrinseci, che pure ci sono, e la nuova situazione mondiale, che sicuramente meriterebbe la stesura di un nuovo Capitale, e un rinnovamento dell'idea comunista (alla luce, per esempio, dell'esistenza di Internet); è pur vero, però, che non bisogna avere paura di ciò che è il simbolo e l'ideale, o il grande significato che ha ancora la parola "comunista". Dopotutto, il comunismo è il movimento più diffuso del mondo, molto più, ad esempio, del cattolicesimo.
Solo che i cattolici sono, bene o male, uniti. Mentre noi, spesso cavillando su questa o quella frase, ci dimentichiamo della prima frase del Manifesto.
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