lunedì 31 dicembre 2007

Dittature e finte democrazie

Cercherò di affrontare questo problema mettendo da parte le mie simpatie politiche.
Citerò dittature, ma anche finte democrazie, ha poca importanza fare distinzioni, in ambedue i casi il popolo non decide in piena libertà.
Pakistan: Benazir Bhutto muore assassinata alla vigilia delle elezioni. Tumulti, disordini e morti.
Kenya: tutti i dati danno per vincente l'opposizione di sinistra, lo spoglio ritarda clamorosamente e poi viene fuori che ha vinto il presidente uscente. Ancora tumulti, disordini e morti.
Cina: il partito comunista al governo ha fatto passi avanti negli ultimi anni, le condizioni di vita dei cinesi sono molto migliorate, ma di elezioni libere non se ne parla ed è ancora pericoloso manifestare il proprio dissenso, troppe censure. Secondo me può esistere un dissenso costruttivo contro il quale è sbagliato usare il pugno di ferro.
Corea del Nord: come per la Cina, ma in condizioni di vita peggiori.
Birmania: stroncata nel sangue la protesta dei monaci.
Cuba: niente elezioni libere, ma è l'unico caso per il quale sento di dare una giustificazione. Per me Fidel Castro è un grande personaggio, ha lottato (e avrebbe dato la vita) per liberare Cuba dal regime di Batista. Da 40 anni resiste ai tentativi (più di 600) dei cosiddetti "esuli cubani" di Miami e dell'amministrazione americana di farlo fuori, di organizzare a suon di dollari ogni tentativo anche all'interno di Cuba per metterlo fuori gioco.
Russia: Putin prepara il terreno per rimanere comunque ai vertici del potere.
Stati Uniti: Bush vince le ultime presidenziali grazie al risultato comunicato con grande ritardo e determinante della Florida, dove governa il fratello. Negli USA servono milioni di dollari per le campagne elettorali, essere candidati è appannaggio di pochissimi. Si cerca di indirizzare il consenso con tecniche subdole tramite mezzi di informazione di parte (si instilla paura e insicurezza con notizie martellanti sul terrorismo e poi ci si propone come unici salvatori della patria). L'informazione non è comunque omologata, è abbastanza libera, più che in Italia.
Inchieste giornalistiche hanno fatto dimettere personaggi potenti, anche presidenti.
Potrei fare ancora un lungo elenco di paesi africani o sudamericani o asiatici, ma sarebbe anche tedioso.
L'Italia era una democrazia malata prima degli anni 80. La strategia della tensione, una sorta di terrorismo da parte di apparati deviati dello Stato, serviva ad impedire l'ascesa del partito comunista al potere. La caduta del muro di Berlino sembra averci guarito da questo cancro.
Un nostro problema è l'informazione. La stampa è troppo manipolata e usata a proprio vantaggio da chi ne detiene la proprietà (imprenditori, banchieri, partiti, ecc.).
Sulle televisioni che dire, il duopolio di fatto tra la TV di Stato e un singolo privato è un' assurdità tutta italiana, la legge sulle telecomunicazioni di Gasparri è illegittima e bisogna farne un'altra in tempi brevi, siamo sotto ingiunzione da parte dell'Unione Europea.
Conclusione:
La vera democrazia è un lusso di pochi paesi, quasi tutti in Europa e pochi altri nel resto del mondo.

domenica 30 dicembre 2007

Attenti alle statistiche negli USA

Il quoziente intellettivo medio degli americani ha subito negli ultimi tempi una clamorosa quanto inaspettata impennata.
Questo il risultato di un recente studio condotto da un pool di esperti nel campo della statistica.
Manifestazioni spontanee in tutti gli stati dall'Atlantico al Pacifico, la gente per la gioia è scesa nelle strade gridando :"Siamo intelligenti! Anche noi siamo intelligenti!".
Il Presidente Bush ha indetto immediatamente una conferenza stampa: "Io l'ho sempre detto che gli americani non sono un popolo di lobotomizzati come tanti commentatori hanno affermato con troppa superficialità quando sono stato eletto per la seconda volta alla Casa Bianca, il popolo americano ha fatto la cosa giusta!"
Studi più approfonditi condotti dalla prestigiosa Harvard University di Cambridge nel Massachussets hanno messo in discussione gli entusiasmi del Presidente.
Cavillosi come sono, certi scienziati si sono detti: qualcosa non quadra.
I dati elaborati col più assoluto rigore scientifico hanno dato un risultato inequivocabile: il balzo in avanti del Q.I. medio americano è dovuto in massima misura ai 600.000 abitanti del piccolo Stato del Vermont, democratici da sempre, che hanno riportato mediamente valori attorno ai 120 punti.
In particolare si è distinta la cittadina di Brattleboro con punte oscillanti attorno ai 140.
Gli abitanti apprese le dichiarazioni esultanti di Bush, hanno detto a chiare lettere: "Se si azzarda a venire qui per premiarci, lo facciamo arrestare per crimini di guerra (vedi Iraq)".
Bush sconsolato ha rilasciato un commento da cui traspare tutta la disperazione di chi ha avuto (o ha creduto di avere) il mondo ai suoi piedi: "Fortuna che me ne sto andando, siete tutti contro di me, io l'alfiere della democrazia e della pace nel mon..." ( lo portano via senza neanche fargli finire la frase).

sabato 29 dicembre 2007

Come volevasi dimostrare: ecco il ricatto di Dini

"O Prodi accetta in blocco le nostre proposte o noi voteremo contro".
Questa la dichiarazione di Dini che "accetta la sfida" lanciata da Prodi durante la conferenza stampa di fine anno : "Il governo cade con un voto di sfiducia".
Allora vada fino in fondo, si prenda le sue responsabilità, presenti una mozione di sfiducia in parlamento e vediamo come va a finire ( non c'è solo il Senato, come giustamente ha fatto notare Prodi).
Nel contempo se ne ritorni da dove è partito, il suo posto legittimo è nel centrodestra come confermano le sue proposte che per sommi capi suonano così: forte abbattimento del debito pubblico utilizzando anche il probabile extragettito del 2008 e ulteriore riduzione delle tasse alle imprese.
Evidentemente per Dini i poveri non esistono ed è un errore sprecare soldi per loro; negli anni settanta quei cattivoni dei comunisti gli avrebbero gridato "SERVO DEI PADRONI".
Io sono nel PD, ma mi sento fortemente di sinistra e non perdo di vista i bisogni dei poveri, non perdo mai di vista che il fine ultimo della politica deve essere quello di migliorare le condizioni di vita della gente partendo dai più deboli e indifesi.
Mi auguro per il suo bene (in termini politico-elettorali ovviamente) che il PD faccia altrettanto!
Tornando a Dini, non vorrei che si sentisse solo e allora spendo due parole anche per (Tex) Willer Bordon che, facendo proprio il desiderio da me espresso nel precedente post, ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni.
Benissimo, una posizione lodevole (spero non si smentisca) che merita allora una frase intera.
Detesto certi politici che vogliono mettersi in vetrina, quando (visto il consenso di cui godono) possono stare comodamente in uno sgabuzzino.

giovedì 27 dicembre 2007

Dini: più che un rospo, una serpe

Il signor Dini afferma che il governo non ha più una maggioranza in Senato.
Il signor Dini ritiene inefficaci le misure del governo atte a contenere la spesa pubblica.
Il signor Dini considera sbagliata la politica redistributiva messa in campo in questa finanziaria compresa la promessa di abbassare le tasse ai lavoratori dipendenti già nel 2008, afferma che si tratta di misure disperate di un governo delegittimato dal calo di consensi.
Il signor Dini ritiene Prodi non più adatto a guidare il governo.
Il signor Dini purtroppo non è in grado di dirci adesso cosa avrebbe fatto al posto di Prodi (troppo comodo, amico mio!), rimanda il tutto alle prossime settimane.
Rispondo al signor Dini:
In senato non ci sarà la maggioranza solo se lui e i suoi tirapiedi la faranno mancare.
Le spese sociali non si toccano, quelle inutili si e lo si sta facendo.
Disperate non sono le misure adottate, ma bensì i pensionati e i lavoratori che aspettano da anni che qualcuno si accorga di loro.
L'aumento delle pensioni minime, il taglio dell'Ici, le misure contro la precarietà (discutibili secondo me per opposti motivi), l'impegno a diminuire la tassazione sui salari sono cose troppo importanti per barattarle con un "Dini" qualsiasi.
Tutta la maggioranza di governo ha preso le distanze da questa posizione criticandone i contenuti e anche il disegno che vi sta dietro.
La conclusione è una e una sola, signor Dini, se non sei d'accordo su niente, ritirati, vattene a casa, "in altre parole levati dai co...oni" (Shining docet).
Basta coi ricatti!
DIMETTITI
!!

martedì 25 dicembre 2007

Lotta di classe: attuale come non mai!

Qualcuno ricorda le lotte operaie degli anni settanta?
Forse alcuni giovani ne avranno sentito parlare, alcuni anziani se le ricordano, molti politici le hanno sicuramente dimenticate.
Dico questo perché il 2007 ha sancito il ritorno alla povertà di milioni di persone, un impoverimento progressivo dai primi anni 80 (referendum sulla scala mobile in primis) ad oggi non solo in termini economici, ma anche in termini di diritti acquisiti in anni di lotte.
La nascita del Partito Democratico se da un lato ha messo insieme diverse anime con l'idea di un riformismo solidale social-cattolico, dall'altro ha sicuramente lasciato un vuoto nella difesa dei diritti dei ceti più deboli e indifesi. L'equidistanza politica da operai e imprenditori propugnata dai vertici del PD (Veltroni in testa) non mi convince.
Gli imprenditori lottano per difendere grandi privilegi, gli operai lottano per riconquistare diritti persi.
Questo sistema crea povertà!
La situazione è drammatica, le compagnie petrolifere fanno quello che vogliono, così pure le banche, le assicurazioni, le catene di distribuzione dei generi alimentari, i tassisti, i camionisti (questi ultimi con qualche ragione).
Il governo sta cercando di fare qualcosa, ma non ha la forza di prendere decisioni drastiche tipo ad esempio bloccare i prezzi dei beni di prima necessità o costringere le compagnie petrolifere
a ritoccare i prezzi dei carburanti con criterio e non come adesso, un'ora per alzarli, un mese per abbassarli.
Un grande partito di sinistra, con un consenso attorno al 15% potrebbe limitare i danni, potrebbe assumere forme di lotta con la concreta speranza di ottenere qualche risultato.
In questo momento non c'è nessuno in grado di cogliere l'eredità del Partito Comunista.
La sinistra deve unirsi, deve smetterla con le sue assurde e inconcludenti diversificazioni, voler difendere le proprie posizioni politiche in un partito che raccoglie il 2 o 3 % dei voti è una cosa senza senso nell'Italia di adesso, non serve a niente, i poveri rimangono poveri e altri se ne aggiungono col passare del tempo.
Le misure per il 2008 annunciate dal governo a sostegno dei salari sono un punto di partenza, la classe operaia deve tornare a occuparsi attivamente di politica, deve tornare a lottare per i suoi interessi supportata dai sindacati e da un forte partito alle spalle.
Finché esisteranno pochi ricchi e tanti poveri la lotta di classe sarà sempre attuale.

sabato 22 dicembre 2007

Per non dimenticare

Il partito comunista non c'è più, i poveri che il partito comunista difendeva ci sono ancora.

Lavoro dipendente: aumenti necessari e urgenti

Nonostante mi sforzi, non riesco a trovare valide motivazioni per cui il governo di centrosinistra anche nella seconda finanziaria non abbia preso in seria considerazione il problema dei salari, rimandando ancora la sua soluzione.
La prima finanziaria è servita a mettere a posto i conti adottando, fra le altre, alcune misure fortemente impopolari viste dalla gente come accanimento sui più deboli (aumento dei bolli per le vetture più vecchie i cui proprietari non navigano certo nell'oro, aumento del canone televisivo). Molti comuni hanno aumentato le addizionali irpef e così pure le regioni, annullando i pochi benefici, seppur tanto sbandierati, del cuneo fiscale. In questi anni gli aumenti generalizzati dei prezzi contro i quali nessuno ha fatto niente hanno aumentato il disagio a tutti i livelli.
Tutto ciò (aggiungo la litigiosità e la parziale incapacità di affrontare certi argomenti dei quali parlerò nei miei prossimi post) ha fatto perdere molti consensi al centrosinistra.
Questa seconda finanziaria appena approvata definitivamente, non servirà a recuperare il terreno perduto finché larghi strati della popolazione (buona parte dei quali alle ultime politiche ha votato a sinistra) si sentiranno poveri e soli.
Il contratto dei metalmeccanici è scaduto, non so bene cosa aspetti Confindustria ad accettare la richiesta di 110 euro avanzata dai sindacati (forse qualche altra elargizione da parte del governo? non gli basta quello che ha già ricevuto e che sta ricevendo?).
Per metterci una pezza, il governo dovrebbe forzare l'accordo fra le parti e nel contempo aggiungere almeno 100 euro di detassazione sul salario, in modo tale da far respirare una categoria ormai ridotta alla fame.
Se qualcuno leggendomi è in grado di far arrivare questo messaggio alle alte sfere della politica, lo faccia, perché io (sono un metalmeccanico, parlo per interesse mio e di tanti altri che non sanno più dove sbattere la testa) sono stufo di vedere tentennamenti, indecisioni e perdite di tempo.
Chiudo con una riflessione per il ministro dell'economia un po' troppo ragioniere, troppo poco politico.
Se le cose andranno avanti così, molti genitori saranno costretti a mandare i loro "bamboccioni" a chiedere l'elemosina!

giovedì 20 dicembre 2007

Sondaggio: Sinistra unita

Vi invito a partecipare al sondaggio che ho inserito nel blog.
L'argomento è di estrema attualità, vista la possibilità che una nuova legge elettorale scompagini gli attuali equilibri.
Grazie.

martedì 18 dicembre 2007

Ancora morti sul lavoro: basta, BASTA!!!

Oggi altri 5 morti in una sola giornata! Sono incazzato nero.
Inutili le cose dette dopo la tragedia della Thyssen, non funziona niente.
I controlli sono quasi inesistenti e, quando ci sono, molte ditte ne sono a conoscenza in anteprima. Le misure di sicurezza sono snobbate dalla maggior parte delle aziende.
Ha ragione Victor, bisogna letteralmente rompere le ossa a chi lo merita.
Se un ispettore non fa il suo dovere, fuori dalle scatole.
Carcere per i responsabili della sicurezza e per i padroni delle aziende dove le misure sono carenti o inesistenti. Non bisogna aspettare che muoia qualcuno per poi fare processi interminabili che finiscono sempre con un nulla di fatto.
I sindacati potrebbero avere un ruolo importante nella denuncia delle aziende che non rispettano le norme di sicurezza.
Gli operai non sono macchine, rotta una se ne compra un'altra, è chiaro??

Sabato 22 dicembre a Milano catena umana organizzata da Sinistra democratica

domenica 16 dicembre 2007

C'è posta per te!

Quando ho visto Bossi, Fini e Casini invitati da Maria De Filippi a "C'è posta per te" (una trasmissione stracciac.....oni che di solito evito di guardare), la curiosità di sapere chi li avesse chiamati mi ha tenuto incollato al televisore.
Domande di rito:
Pensate di sapere chi è il mittente?
Nooooooo, non ne abbiamo idea!
Apriamo la busta?
Si, certo (che faccia tosta, è lui, Silvio, l'ex vecchio amico di tante avventure. Ma come osa dopo quello che ha cercato di fare?).
Può parlare?
Avremmo tanta voglia di chiudere subito la busta, ma facciamolo parlare, vediamo cosa ancora ha da dirci.
Silvio: -Amici, vi supplico, ascoltate la voce dei nostri elettori, venite con me nel mio nuovo partito, voi siete i miei alleati, vi voglio un mare di bene anche personale. Abbiamo lavorato insieme 14 anni e continueremo a farlo, ve lo dico affettuosamente e amichevolmente anche nell'interesse dell'Italia. Potrei fare a meno di qualcuno di voi, ma vi voglio tutti con me.-
Fini e Casini si guardano stupefatti e ribattono: -Ma cosa dici? Con la storia del nuovo partito stai cercando di fregarci l'elettorato. Non ti è riuscita la spallata a Prodi e te la sei presa con noi quando ti abbiamo detto che bisognava cambiare registro, fare politica seria e non aspettare ad oltranza la caduta del governo.-
Come finisce la puntata non lo so, è ancora in corso.
Spero di non sbagliare affermando che Fini e Casini non vogliono più fare a turno la parte di Sancho Panza col Don Chisciotte del momento, chiunque esso sia.
Voglio precisare che le dichiarazioni di Berlusconi qui da me sintetizzate sono assolutamente vere.
Come si può pensare seriamente di fare politica con uno che usa sistemi del genere e ha anche il coraggio di fare dichiarazioni pubbliche come quelle che abbiamo sentito?
E c'è di peggio: circa il 30% degli italiani gli crede ancora.
Quando anni fa un dirigente Mediaset disse che gli italiani hanno un'età mentale di 11 anni e i palinsesti TV (pieni di programmi insulsi) riflettono ciò che la gente vuole, pensavo stesse dicendo una enorme bestialità.
Oggi come oggi non sarei così radicale nelle mie considerazioni ma non vorrei mai arrivare a dire che diceva una grande verità!
Meglio non aggiungere altro.

venerdì 14 dicembre 2007

Pena di morte: rotto il ghiaccio

La battaglia contro la pena di morte, che ha visto lo stato italiano promotore dell'iniziativa all'ONU, comincia a dare i suoi frutti.
Il New Jersey, uno stato americano, ha votato l'abolizione della pena di morte con 44 voti a favore e 36 contrari, qualcosa di impensabile fino a qualche mese fa.
Negli Usa la politica gioca molto sulla paura della gente, l'essere a favore della pena di morte è usato a scopo elettorale.
La pena di morte non abbassa il tasso di criminalità, non è un deterrente efficace e non serve realmente ad aumentare la sicurezza dei cittadini, è solo la risposta incivile di uno stato all'inciviltà dell'uomo.
Il fatto che qualcuno abbia deciso di abolirla è un primo passo molto importante, un segnale che potrà invogliare qualche altro stato a fare lo stesso.
Speriamo che la moratoria internazionale venga approvata, sono convinto che i governi di certi stati forcaioli ci penseranno un po' prima di applicare questa pratica primitiva e indegna.

mercoledì 12 dicembre 2007

Si può comprare tutto, ma le persone ancora no!

Il piccoletto megalomane deve aver subito una tremenda delusione quando si è accorto che non tutte le persone si lasciano comprare da lui.
A dire il vero negli anni scorsi è stato abituato male, politici compiacenti e giudici corrotti hanno fatto a gara per fargli ottenere sempre quello che ha voluto.
In occasione del voto al senato sulla finanziaria ci ha provato di nuovo, ricordate che andava cianciando di decine di senatori scontenti pronti a lasciare il centrosinistra? Beh, le cose non erano esattamente così, semplicemente stava tentando di comprarne qualcuno, come aveva fatto a inizio legislatura (riuscendoci) con quel galantuomo di De Gregorio.
Purtroppo per lui il senatore Randazzo (che ammiro profondamente) non ha accettato niente di tutto quello che gli è stato offerto e cioè soldi, futura campagna elettorale interamente pagata dal nano generoso, nonché un incarico di prestigio in un nuovo governo di centrodestra.
Sono felice che gli sia andata male, questo anziano fanciullo deve rendersi conto che lo "shopping" politico non è facile.
Purtroppo per lui non sempre bastano soldi e promesse, di mezzo c'è la dignità alla quale fortunatamente alcune persone non rinunciano!

sabato 8 dicembre 2007

Lavorare per vivere, non morire per lavorare

Un milione di incidenti sul lavoro di cui più di mille mortali, questo da "troppi" anni il crudo bilancio della situazione in Italia, una media di 3-4 morti al giorno.
I dati delle statistiche ufficiali, comunque più bassi del dato reale (molti incidenti non vengono neanche denunciati), parlano chiaro: la sicurezza negli ambienti di lavoro è e rimarrà, se nulla cambia, un sogno irrealizzato!
Il cordoglio delle autorità politiche lascia il tempo che trova, i controlli da parte degli ispettori del lavoro o l'inasprimento delle pene possono al massimo limitare i danni.
Il governo in carica ha rafforzato i controlli, ha chiuso molti cantieri che violavano palesemente le norme di sicurezza, ma come si vede non basta, i morti non diminuiscono, né del resto si potrebbe mettere un ispettore fisso per ogni fabbrica.
Mi si permetta la schiettezza, ma finché per molti imprenditori (non tutti fortunatamente altrimenti sarebbe un'ecatombe) la sicurezza nel lavoro sarà considerata un oneroso optional, finché gli operai saranno considerati "risorse umane" (definizione che odio) da utilizzare col minimo dispendio di risorse finanziarie, cambierà poco o niente.
La stragrande maggioranza degli operai ha salari da fame ed è costretta a sottostare alle condizioni di lavoro che si trova davanti, buone o cattive che siano.
Non io ma i fatti dicono che proprio questa è la scomoda verità, i 4 morti della Thyssen Krupp ne sono una prova lampante, tutti hanno visto e sentito in che condizioni erano costretti a lavorare!
Rispetto della dignità di tutti i lavoratori, se c'è questo tutto il resto viene da sé.
Altrimenti, cari miei, continueremo a contare i morti e ad esprimere tutto il nostro "inutile" cordoglio.

giovedì 6 dicembre 2007

Bush: fedele alla linea al di là di ogni logica!

L'Iran non sta progettando la bomba atomica!
L'informativa della CIA (il servizio segreto americano, non quello cinese o cubano) a tal riguardo è chiara: il nucleare iraniano ha scopi civili.
Nonostante ciò il Presidente americano George Bush continua imperterrito a confermare le sue manie da guerrafondaio. Afferma che l'opzione militare è ancora aperta e che bisogna rafforzare le eventuali sanzioni; evidentemente non gli è bastata l'annessione di fatto dell'Iraq di cui ho parlato qualche giorno fa.
Un'assurda coerenza con la politica portata avanti fino ad oggi che cozza contro l'evidenza dei fatti e il comune buon senso che soprattutto un Presidente dovrebbe avere.
Il Presidente Bush da molto tempo ha perso la fiducia a tutti i livelli, più del 60 % del popolo americano ad esempio è ormai convinto a proposito dell'11 settembre 2001 che l'amministrazione americana sapesse cosa si stava preparando e come minimo ha lasciato fare per sfruttare a proprio vantaggio la tragedia (forse inaspettata nelle proporzioni).
I "suoi"servizi segreti, subodorando il cambio di guardia alla presidenza e le conseguenti probabili epurazioni al loro interno, sconfessano apertamente la sua linea, dicono come stanno effettivamente le cose, non più quello che fa comodo al loro capo.
Hanno aspettato anche troppo dico io!
Ormai molti danni sono stati compiuti, mi auguro solo che la futura amministrazione cambi decisamente rotta e riconquisti, con una politica meno arrogante, il prestigio internazionale che gli compete ma che in questo momento (al di là delle manifestazioni di pura facciata) non ha.

mercoledì 5 dicembre 2007

Sinistra unita

Ecco il nuovo simbolo della sinistra finalmente unita.
I segretari Giordano (Prc), Diliberto (Pdci), Mussi (Sd) e Pecoraro Scanio (Verdi) hanno capito che non c'è più tempo da perdere.
Io guardo con favore la nascita di questo nuovo soggetto politico e penso che il Partito Democratico debba interloquire con esso, non vedo assolutamente pericoli nel costituire un asse preferenziale tra queste forze. Del resto come si è potuto evidenziare in queste ultime settimane i pericoli per la tenuta della coalizione vengono da tutt'altra parte.
Ritengo che il Partito Democratico, lasciando alla sinistra unita (e quindi più forte) il monopolio della difesa degli interessi dei ceti più deboli, commetterebbe un grosso errore sia politico sia in termini di futuri consensi.
Faccio un esempio: sul tema dei salari la sinistra, i sindacati, addirittura il governatore della Banca d'Italia hanno gridato ai quattro venti che la situazione è tragica per le famiglie, che bisogna fare qualcosa.
Io credo che il PD avrebbe dovuto pronunciarsi con più forza su questo argomento e non accodarsi dicendo "si, è vero, il problema esiste, lo affronteremo nel 2008".
Alla confindustria (mai contenta tra l'altro!) ne abbiamo fatti già parecchi di favori sia nella precedente finanziaria sia in questa.
Su questi argomenti dobbiamo essere noi il traino, noi abbiamo un potenziale fortissimo capace di ottenere grandi risultati, questo è quello che la gente si aspetta da noi!

lunedì 3 dicembre 2007

Rai - Mediaset : che coppia!!

Penso sarete certamente al corrente della notizia bomba di questi giorni:
Rai e Mediaset negli anni 2004-2005 anziché farsi concorrenza come sarebbe logico pensare, non so bene come rendere l'idea, sembra che lavorassero insieme gomito a gomito per il bene dell'informazione! (rido da solo, ma penso di aver reso l'idea)
Non mi interessano le persone implicate in questa storia, li conosciamo troppo bene e si conosce fin troppo bene il loro orientamento politico.
La cosa grave è che il servizio pubblico e il maggiore gruppo privato insieme (i fitti contatti telefonici, pubblicati o meno ha poca importanza, ne sono una prova) manipolavano le notizie, decidevano quando e con quali modalità darle in modo da favorire una componente politica a scapito di un’altra.
E non mi vengano a dire i diretti interessati che non è vero niente o peggio che non c'è "niente di nuovo sotto il sole".
Cari signori, niente di personale, ma il sistema che si era creato fa venire il voltastomaco a chiunque stia a cuore un minimo di correttezza.
Circa il 90 % del sistema televisivo era controllato tramite i suoi tirapiedi in modo quasi esclusivo da una sola persona e tutti sanno chi è.

domenica 2 dicembre 2007

Vantaggi della democrazia "esportata"

Un invito:
Provate a leggere il documento rilasciato ieri dalla Casa Bianca intitolato 'Dichiarazione di principi per una relazione a lungo termine di cooperazione ed amicizia tra la Repubblica dell'Iraq e gli Stati Uniti d'America’.
In questo documento vi è in sintesi la realtà geopolitica di quello che l'amministrazione Bush ed i suoi sostenitori neoconservatori si erano prefissi di ottenere dal giorno in cui George Bush divenne Presidente degli USA.

Lungi dal 'liberare' il popolo iracheno dalla tirannia perché diventasse un modello 'libero e democratico' al quale potessero aspirare tutti gli altri stati del Medio Oriente (propaganda utilizzata dai neoconservatori che convinsero la Coalizione dei Volonterosi che l'Iraq era una 'nobile e giusta causa'), la dichiarazione invece condanna l'Iraq ad una occupazione infinita progettata per assicurare che le risorse dell'Iraq rimangano fermamente sotto il controllo americano ed arricchiscano le società petrolifere controllate dagli americani.
In breve, il documento è lo strumento con il quale l'Iraq diventa né più né meno una colonia degli USA.

Vi sono diversi punti nel documento che scoprono le carte sul vero intento dell'amministrazione.
In particolare, il punto cinque del secondo principio relativo alla 'sfera economica' che dice: "Facilitare ed incoraggiare il flusso degli investimenti stranieri in Iraq, specialmente gli investimenti americani, per contribuire alla ricostruzione ed alla ristrutturazione dell'Iraq", ed il punto otto che dice: "Sostenere la Repubblica dell'Iraq per ottenere condizioni positive e preferenziali per l'Iraq all'interno del mercato globale inclusa l'adesione all'Organizzazione Mondiale del Commercio e lo status di nazione più favorita con gli Stati Uniti", esprimono compiutamente il modo in cui l'America esporta la "sua" democrazia.
I leader "di facciata" dell'Iraq hanno di fatto assegnato la proprietà dell'Iraq agli USA.
(ripreso da Uruknet.info)

Sono contrario a qualunque guerra, ho sempre ritenuto la guerra in Iraq unilaterale e sbagliata, oggi ne ho la piena conferma.