giovedì 3 settembre 2009

Bersani a capo del PD, non ci sono alternative

Sono contrario alle primarie in tutte le sedi, sono contrario alle investiture popolari, soprattutto quando queste vanno a determinare una specie di superpotere del personaggio eletto, senza che dietro ci sia una vera struttura di partito che ne controlli e valuti l'operato.
Come qualcuno può notare è la descrizione del modo in cui domina Berlusconi, eccezion fatta per le modalità con cui è arrivato ad essere il padre padrone del PDL.
Voglio un vero partito, solido, forte, capace di avere una linea politica chiara e comprensibile, una linea politica magari discussa aspramente da una direzione nazionale, ma univoca quando la discussione finisce e la linea risulta ormai decisa a maggioranza, pena l'espulsione per chi non si adegua o per chi si sentisse in dovere di andare in giro a seminare zizzania o spiattellare ai 4 venti il proprio dissenso favorendo gli oppositori politici.
L'idea di un partito simile a un movimento indistinto dove tutti possono confluire è una emerita cazzata (il PD inizialmente è nato con questa idea e io non ero d'accordo) che non ha pagato.
Il risultato ottenuto alla politiche nel 2008, un 33% dovuto in massima parte al voto utile, si è ridimensionato drasticamente nelle elezioni successive man mano che l'elettorato appurava la totale mancanza di chiarezza del PD su molti temi.
Anche l'avvicinarsi al centro cattolico con l'inclusione dei Teodem e al centro politico (Calearo o Ichino) è stato un enorme autogol!
Si è ottenuto il risultato poco esaltante di perdere praticamente tutti i voti di chi, sentendosi di sinistra, non vi vedeva più niente nel PD e nel contempo di non ottenere quasi nulla al centro.
Le ultime Europee ne sono una prova lampante, l'elettorato di sinistra o non è andato a votare o ha votato per i 5 o 6 partitini di sinistra (assommando comunque un buon 10%), sapendo di non contare un cazzo, pur di non dare il voto a un partito che, a loro avviso, non li avrebbe rappresentati per niente.
I consensi si raccolgono con un chiaro impegno politico unito a una chiara "linea" politica senza tentennamenti, tenendo sempre in mente alcune cose secondo me di fondamentale importanza.
Il PD è un partito che giustamente deve porsi come obbiettivo il bene del Paese, ma nel far questo non deve dimenticare:
1) Di essere un partito di centrosinistra e di non dover rincorrere, sbagliando, il centrodestra.
2) Di salvaguardare in primis i diritti e i bisogni dei ceti più deboli letteralmente calpestati dalla destra al governo.

In un momento in cui la sinistra "radicale" sembra non avere più frecce al suo arco, scomparsa da tutte le sedi istituzionali anche grazie ai suoi grossolani errori, sarebbe giusto e "doveroso" dare un appiglio a quella massa di elettori stanchi e delusi che non hanno più un riferimento politico.
Innanzitutto bisogna conquistare la fiducia di chi si identifica nello schieramento di centrosinistra, lottando in tutte le sedi contro il potere della destra, per le strade, nelle piazze, nelle fabbriche, in parlamento, dappertutto.
Fatto questo, si può tentare di ottenere consensi trasversali con la serietà delle persone e la bontà dei programmi alternativi alle schifezze propugnate dal centrodestra.
Per far questo però ci vogliono idee chiare, concretezza e forza!

Bersani è l'unico dei 3 candidati alla segreteria che ha questi requisiti, è l'unico che ha avuto il coraggio di pronunciare la parola "sinistra" senza sentirsi a disagio, ma bensì con orgoglio!

Bersani è l'unico che può far diventare "partito" questa cosa indistinta che è stato finora il PD.

Il PD deve cambiare strategia politica e Bersani deve guidarlo in questo cammino per far si che il Centrosinistra possa avere di nuovo la possibilità di governare l'Italia.