martedì 1 gennaio 2008

Dittature e finte democrazie parte 2

Il commento di Victor merita un chiarimento da parte mia.
L'assassinio di Benazir Bhutto e le elezioni in Kenya sono gli eventi che mi hanno indotto a scrivere di dittature e finte democrazie.
Lungi da me l'intento di affermare astrattamente l'idea di una democrazia pura (so dove viviamo!), volevo solo sottolineare che in pochissimi Paesi il popolo decide veramente da chi vuole farsi governare.
Non ha importanza il tipo di democrazia, ma sono straconvinto che senza i giochi sporchi messi in atto dai potenti, l'idea del socialismo (senza certe aberrazioni e adeguato ai tempi), della solidarietà e del bene comune sarebbe vincente ovunque nel mondo. Perché vincente? Il motivo sta semplicemente nei numeri, non credo troppo a una innata bontà degli uomini.
I ricchi, i potenti nel mondo sono una esigua minoranza ma hanno molti mezzi per difendere i loro privilegi e lo fanno senza ritegno alcuno.
I poveri sono tantissimi e senza ingerenze di qualunque tipo saprebbero bene chi e come votare.
La democrazia è teoricamente il miglior sistema.
Se nella realtà praticamente non è così per i motivi già visti, se i giochi sono sporchi, preferisco che a vincerli sia il socialismo sul capitalismo dovunque e comunque.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma un parametro molto importante di una democrazia è la partecipazione, cioè quanto i cittadini si sentono partecipi della vita politica, ed è questo il problema grosso in Italia: i cittadini passano anni a lamentarsi, a dire "eh, il governo se ne frega dei cittadini", "eh, gli interessa solo mangiarsi i miliardi a spese nostre", e sentono le elezioni come un fastidioso dovere (quand'ancora non dicono "non voto"), una formalità da sbrigare per poi rivedere lo stesso teatrino.
Però posso dire che in tre occasioni ho fatto da scrutinatore alle elezioni, e mentre da una parte mi ha dato molto sconforto (vedere decine di vecchiette rincoglionite votare Forza Italia non mette certo di buonumore; pensare che il loro voto "compulsivo" vale esattamente quanto il mio voto "ragionato"...) mi ha fatto sentire coinvolto nel processo... Si pensi anche alle Primarie del Partito Democratico (Americano, per pietà...) che sono studiate apposta per essere un evento che prende tutta la giornata...
Invece, in Italia, la gente pensa "Cià, andiamo a votare tre secondi, così poi posso riprendere a lamentarmi di chi ho votato", mentre in America (nonostante i loro politici non siano certo messi tanto meglio dei nostri) la gente si sente più coinvolta.
Che la colpa dello scatafascio italiano sia (oltre che nei politici) anche un po' in chi li elegge?