sabato 29 dicembre 2007

Come volevasi dimostrare: ecco il ricatto di Dini

"O Prodi accetta in blocco le nostre proposte o noi voteremo contro".
Questa la dichiarazione di Dini che "accetta la sfida" lanciata da Prodi durante la conferenza stampa di fine anno : "Il governo cade con un voto di sfiducia".
Allora vada fino in fondo, si prenda le sue responsabilità, presenti una mozione di sfiducia in parlamento e vediamo come va a finire ( non c'è solo il Senato, come giustamente ha fatto notare Prodi).
Nel contempo se ne ritorni da dove è partito, il suo posto legittimo è nel centrodestra come confermano le sue proposte che per sommi capi suonano così: forte abbattimento del debito pubblico utilizzando anche il probabile extragettito del 2008 e ulteriore riduzione delle tasse alle imprese.
Evidentemente per Dini i poveri non esistono ed è un errore sprecare soldi per loro; negli anni settanta quei cattivoni dei comunisti gli avrebbero gridato "SERVO DEI PADRONI".
Io sono nel PD, ma mi sento fortemente di sinistra e non perdo di vista i bisogni dei poveri, non perdo mai di vista che il fine ultimo della politica deve essere quello di migliorare le condizioni di vita della gente partendo dai più deboli e indifesi.
Mi auguro per il suo bene (in termini politico-elettorali ovviamente) che il PD faccia altrettanto!
Tornando a Dini, non vorrei che si sentisse solo e allora spendo due parole anche per (Tex) Willer Bordon che, facendo proprio il desiderio da me espresso nel precedente post, ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni.
Benissimo, una posizione lodevole (spero non si smentisca) che merita allora una frase intera.
Detesto certi politici che vogliono mettersi in vetrina, quando (visto il consenso di cui godono) possono stare comodamente in uno sgabuzzino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quando al TG sento dire "i diniani", o "Lamberto Dini, leader dei Liberal-Democratici"... Mi viene da ridere...
Gente! L'unico "diniano" è lui! Immaginate le riunioni dei "diniani"... Lui, tutto solo in una stanza, a mettersi d'accordo...

Quando, mi chiedo, quando l'Italia si libererà finalmente dal germe della Prima Repubblica, da questa tendenza vetero-democristiano-socialista
di vedere i politici come entità semidivine da venerare, a cui appellarsi come santoni per "sistemare il figlio", regalie, voti di scambio, raccomandazioni...
I politici si sono montati la testa, è ora di riportarli alla realtà.

Come dice Beppe Grillo... siete solo dei dipendenti!!!