giovedì 27 marzo 2008

Caro prezzi: il governo che vorrei

Questo è un tema la cui analisi non è affatto semplice.
Voglio partire da qualche dato di fatto per arrivare a una conclusione magari forte, ma che ritengo imprescindibile se davvero vogliamo migliorare le condizioni di vita di molta gente, soprattutto i più poveri.
Ormai lo dicono tutti, anche quelli a cui di solito non gliene frega niente (forse perché siamo in campagna elettorale), negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento delle fasce sociali più deboli.
Il classico proletariato sta varcando la soglia della povertà, molti sono già oltre quella soglia.
La mitica classe media si avvicina a tappe forzate verso quella soglia.
Di contro negli stessi anni è aumentata a dismisura la ricchezza dei ceti più forti.
Il 10% dell'intera popolazione italiana detiene circa la metà dell'intera ricchezza nazionale.
In un paese civile tutto ciò è inaccettabile, in un paese che si vanta di essere nei primi 10 posti al mondo in quanto a ricchezza prodotta non si può continuare su questa strada.
Il malcontento del popolo sta raggiungendo livelli pericolosi, i politici che dovrebbero risolvere i problemi vengono visti come dei privilegiati (e lo sono!) che a tutto pensano fuorché al bene della nazione.
Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma la percezione è questa.
Il prossimo governo deve avere secondo me la assoluta priorità di ripianare questa stortura tutta italiana.
Non bastano provvedimenti tampone che dopo qualche mese si dimostrano inefficaci perché la situazione in altri versanti nel frattempo peggiora e nessuno fa niente.
Il problema più importante è il carovita galoppante che in Italia si è manifestato in modo molto più dirompente rispetto ad altri paesi europei e la principale (non unica, non nego le congiunture internazionali) causa è la furbizia tutta italiana di chi sa che può fare quello che vuole tanto la farà franca comunque.
La lotta al carovita deve essere il primo obbiettivo di un governo serio che davvero voglia risolvere il problema alla radice, ma come?
Io lo dico sapendo che si potrà storcere il naso, ma è l'unica mossa giusta:
Controllo dei prezzi da parte del Governo!
Ovviamente mi riferisco ai generi di prima necessità e non voluttuari, quelli per cui la gente non può optare se comprarli o meno.
La soluzione è questa e non ce ne sono altre: calcolato il prezzo di produzione di qualsiasi genere di prima necessità, si stabilisce per legge il prezzo finale al pubblico.
La filiera, che attualmente è un libero magna magna ai danni dei consumatori, dovrà necessariamente adeguarsi.
È inammissibile che un prodotto alla produzione costi 10 centesimi e al pubblico 2 euro.
Non possono esistere 5 o 6 passaggi attraverso i quali qualcuno guadagna a sbafo mentre produttore iniziale e consumatore finale rimangono fregati.
Non si tratta di capitalismo o comunismo, chi mette in campo questi argomenti ha mezzo metro di pelo sullo stomaco, libertà non è fare i nostri porci comodi ai danni della collettività ridotta ormai allo stremo delle forze.
Berlusconi ha dichiarato che in un paese capitalista come il nostro è impossibile un controllo dei prezzi da parte dello Stato, l'appena sciolto governo Prodi ha istituito la figura del "Mister prezzi" che francamente con tutta la buona volontà, non avendo reali mezzi di coercizione, non può risolvere alcunché. Queste sono ca..ate belle e buone!!
Veltroni ha detto che se vincerà le elezioni potrà governare senza gli impedimenti tipici delle coalizioni, in altre parole potrà prendere delle decisioni senza mediare tutto con interminabili trattative prima di arrivare ad un accordo.
Le misure che ha annunciato (aumenti delle pensioni e dei salari minimi, abbassamento di un punto di Irpef all'anno per tutti) sono un punto di partenza, ma non possono risolvere il problema per i motivi suddetti, sarebbe come un cane che si morde la coda: aumentano i prezzi, aumentano le retribuzioni, che di fatto comunque non compensano mai ciò che si è perso come potere d'acquisto.
Io, come ho già detto, voglio dargli fiducia, all'orizzonte del resto non vedo altri a cui si possa dare.
Mi auguro abbia le palle per adottare provvedimenti energici come prevede la mia proposta, non è più il momento di cincischiare con misure volatili o inefficaci.
La gente è stanca e ha bisogno di vedere cose concrete che risolvano davvero i tanti problemi dai quali si sente attanagliata.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche 'sta volta non ci siamo proprio!
Bisognerà votare il meno peggio!
Ma vi sono signori ricchissimi che non vogliono pagare le tasse o arrivare ad una sola aliquota del 22%.Anche la legge sulla privacy consente loro il più stretto anonimato. Come vedi la "Casta" si protegge bene, proteggendo i ricchi e strumentalizzando quelli che hanno problemi per la terza settimana. L'oligarchia del paese italia è già sistema da tempo, con queste elezioni si perpetuerà senza merito. E allora! devo votare per il male minore.

Fiaccola ha detto...

Qual'è l'alternativa??
Ne vedi altre?
Il non voto lascia troppo spazio ai furbi che invece sanno per chi votare.
A meno che non si pensi che alla lunga un nuovo governo Berlusconi, probabilmente peggio del primo, non finisca per favorire un ritorno tra la gente di forti ideali di lotta sociale.
Me lo augurerei, ma cambiano i tempi e non so se sarebbe davvero così.

Tony A ha detto...

Io sono d'accordo con te sul controllo dei prezzi dei beni di prima necessità da parte del Governo. E' inammissibile che il pane, la pasta, il latte, il caffé, costino a peso d'oro. Mettiamo un tetto, partiamo da lì, poi si vedrà.... Certo, cercherebbero poi di rifarsi sugli altri prodotti, ma ci devono essere controlli, e decisione da parte delle assoconsumatori. Ti faccio un esempio: alcuni anni or sono, in Canada, il Governo separatista dei "Quebecoise" aumentò il prezzo della benzina di un "niente" (rispetto ai nostri aumenti): il risultato è stato uno sciopero immediato di automobilisti, trasporti, camionisti e quant'altro si muovesse a carburante petrolifero... Ebbene, lecompagnie petrolifere persero in un giorno più di quanto avrebbero guadagnato in 6 mesi con l'aumento. L'indomani il prezzo della benzina era sceso di nuovo ai vecchi livelli. La verità, purtroppo, è che noi italiani non abbiamo le palle per fare delle azioni simili, siamo i primi a lamentarci di tutto ma poi a non fare niente, "tanto, quanto vuoi che valga il mio contributo?". Io sto iniziando, poco a poco, ad andare controcorrente per cercare di cambiare, sarà poco ma il mio contributo non deve mancare, ho una bimba piccola e il futuro che si prospetta non è affatto roseo... e non voglio finisca a fare la velina.

Anonimo ha detto...

L'On. W.Veltroni e tutta la sinistra ormai Veltronizzata non solo non si pongono il tema del controllo dei prezzi, ma lo avversano apertamente. L'egemonia culturale nel "centro-sinistra" e saldamente in mano ai professori di scuola monetarista, ai maestri liberisti di Bruxelles, ai cantori del capitalismo neomercantilista, agli intellettuali che gridano che Marx è vecchio mentre Adamo Smith
vive e lotta con noi..............
Questi FILISTEI sono i veri avversari delle classi lavoratrici, come abbiamo sempre saputo bene.
Così, oggi la parola chiave è :liberalizzare. Dagli aerei ai taxi, dagli orari dei barbieri a quelli delle panetterie, dai treni alla luce elettrica.....
Chi si azzarda a chiedere che un governo qualsiasi controlli i prezzi, scatta l'accusa infamante di veterocomunismo.
Corrado attento, Calearo ti ascolta!

Fiaccola ha detto...

Non ho posizioni da difendere.
Quelli che governano dovrebbero prendere certe decisioni come questa proposta da me per tentare di difendere le loro!
Se Veltroni vincerà e non farà qualcosa di forte per risolvere il problema della povertà incalzante,
stavolta non avrà nessuna coalizione a cui poter dare la colpa.
Stiamo dicendo a tutti che corriamo (quasi) da soli e da soli pagheremo gli errori.