lunedì 3 marzo 2008

L'abbigliamento entra in politica

Fini aveva definito le candidature del PD uno specchietto per le allodole, Berlusconi oggi ha coniato una nuova definizione: candidati bikini, spiegando che i nostri candidati sono appariscenti, fanno vedere tanto, ma nascondono abilmente il 70% degli altri candidati, cioè i politici del PD che hanno governato con Prodi.
Lascio al buon senso della gente che legge e che sta seguendo il progetto politico del PD le valutazioni su questa fesseria tirata fuori da Berlusconi, il quale non potendo criticare i nostri candidati (allo stesso modo di Fini), cerca di cavarsela con una mezza trovata da cabaret che fa acqua da tutte le parti.
Faccio invece una previsione sul PDL che fa tanta fatica a chiudere sul discorso candidature.
I loro candidati saranno quel marciume che abbiamo avuto modo di vedere in Parlamento: gente che stappa bottiglie di champagne, mangia mortadella, sputa addosso ad altri parlamentari, grida peggio che allo stadio, invita alle armi, e per finire gente che ha un mare di procedimenti penali in corso, gente già condannata o in procinto di esserlo, corrotti e corruttori in tutte le salse.

Una candidatura di sicuro "prestigio" gliela dobbiamo riconoscere: stanno candidando un generale veramente "speciale", direi unico nel suo genere che quando era ai vertici della Guardia di Finanza non disdegnava ricevere regalie da chiunque gli capitasse a tiro e che prendeva l'aereo di Stato per andare a comprare il pesce fresco.

Noi col bikini possiamo lasciare tanto scoperto perché abbiamo poco da coprire.

Per i loro personaggi si potrebbe usare il termine di candidati "palombari", per tutto quello che hanno da nascondere e per tutto ciò che di vergognoso hanno fatto vedere in un solo anno e mezzo di opposizione.

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