Qualcuno ricorda le lotte operaie degli anni settanta?
Forse alcuni giovani ne avranno sentito parlare, alcuni anziani se le ricordano, molti politici le hanno sicuramente dimenticate.
Dico questo perché il 2007 ha sancito il ritorno alla povertà di milioni di persone, un impoverimento progressivo dai primi anni 80 (referendum sulla scala mobile in primis) ad oggi non solo in termini economici, ma anche in termini di diritti acquisiti in anni di lotte.
La nascita del Partito Democratico se da un lato ha messo insieme diverse anime con l'idea di un riformismo solidale social-cattolico, dall'altro ha sicuramente lasciato un vuoto nella difesa dei diritti dei ceti più deboli e indifesi. L'equidistanza politica da operai e imprenditori propugnata dai vertici del PD (Veltroni in testa) non mi convince.
Gli imprenditori lottano per difendere grandi privilegi, gli operai lottano per riconquistare diritti persi.
Questo sistema crea povertà!
La situazione è drammatica, le compagnie petrolifere fanno quello che vogliono, così pure le banche, le assicurazioni, le catene di distribuzione dei generi alimentari, i tassisti, i camionisti (questi ultimi con qualche ragione).
Il governo sta cercando di fare qualcosa, ma non ha la forza di prendere decisioni drastiche tipo ad esempio bloccare i prezzi dei beni di prima necessità o costringere le compagnie petrolifere
a ritoccare i prezzi dei carburanti con criterio e non come adesso, un'ora per alzarli, un mese per abbassarli.
Un grande partito di sinistra, con un consenso attorno al 15% potrebbe limitare i danni, potrebbe assumere forme di lotta con la concreta speranza di ottenere qualche risultato.
In questo momento non c'è nessuno in grado di cogliere l'eredità del Partito Comunista.
La sinistra deve unirsi, deve smetterla con le sue assurde e inconcludenti diversificazioni, voler difendere le proprie posizioni politiche in un partito che raccoglie il 2 o 3 % dei voti è una cosa senza senso nell'Italia di adesso, non serve a niente, i poveri rimangono poveri e altri se ne aggiungono col passare del tempo.
Le misure per il 2008 annunciate dal governo a sostegno dei salari sono un punto di partenza, la classe operaia deve tornare a occuparsi attivamente di politica, deve tornare a lottare per i suoi interessi supportata dai sindacati e da un forte partito alle spalle.
Finché esisteranno pochi ricchi e tanti poveri la lotta di classe sarà sempre attuale.
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