Il 20 gennaio si sono svolte a Cuba le elezioni per il rinnovo del Parlamento.
Sappiamo tutti che a Cuba si vota per un solo partito e non è positivo, ma voglio sottolineare che hanno votato 8.231.365 cubani, pari al 96,89% degli aventi diritto iscritti nelle liste elettorali.
Negli Stati Uniti ad esempio va a votare meno del 50% degli aventi diritto, quindi chi governa ha poco più del 25% dei consensi rispetto all'intera popolazione.
Le preferenze hanno premiato ovviamente Fidel e Raoul Castro con valori attorno al 99%.
In Italia le preferenze non si possono dare, con l'attuale legge decidono i partiti chi verrà eletto.
Per il 24 febbraio è fissata la prima seduta del Parlamento cubano, quando i 614 parlamentari, con voto segreto, eleggeranno i membri del Consiglio di Stato ed i principali incarichi: presidente, primo vicepresidente, cinque vicepresidenti ed un segretario.
Non voglio tessere le lodi del regime cubano (che come ho già spiegato precedentemente comunque giustifico), ma mi preme far presente che le "grandi democrazie" occidentali non sono immuni da difetti che in qualche modo non legittimano pienamente chi vince le elezioni.
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